Medicina del lavoro: ECG nello studio delle sincopi

sincopi

Titolo: Medicina del lavoro: l'ecg nello studio delle sincopi (codice ECM 336209)
Destinatari:
medici, infermieri, tecnici della prevenzione nell'ambiente e nei luoghi di lavoro
Scadenza:
31-10-2022
Crediti:
2
Costo:
20 €
Programma:
MeLa Flash
Valutazione dei partecipanti (69 valutazioni):
8/10 rilevanza
9/10 qualità
8/10 efficacia

Perché seguire questo corso FAD ECM sull'uso dell'ecg nelle sincopi

L’elettrocardiogramma può aiutare nell'indirizzare alla diagnosi di sincopi nei lavoratori. Inoltre l'ECG consente di diagnosticare una serie di disturbi e patologie cardiache fra cui:

  • aritmie
  • ischemia e/o infarto
  • alterazioni congenite o acquisite
  • disturbi elettrolitici
  • tossicità farmacologica
  • valutazione del funzionamento di dispositivi cardiaci: pacemaker o defibrillatori impiantabili.

Questo corso in medicina del lavoro fornisce gli elementi di base e analizza tre casi clinici nei quali l'ECG risulta di fondamentale importanza. Di seguito una sintetica presentazione dei contenuti presentati nel corso e una anteprima del caso.

Presincopi

La presincope è una condizione di rischio per episodi di sincope e morte improvvisa. Molti dei tragici episodi riportati dai giornali (giocatore muore d’infarto durante la partita di calcio) sono in realtà sindromi del QT lungo non diagnosticate mortali nella prima manifestazione clinica.

La patologia dipende nella maggioranza dei casi da una disfunzione delle correnti ioniche del potassio della fase 3 del potenziale d’azione che può essere distinta in congenita o acquisita. La forma congenita è suddivisa in ereditaria e sporadica. E' causata da mutazioni di alcuni geni codificanti per subunità proteiche dei canali ionici sodio e potassio dipendenti delle membrane cellulari miocardiche, responsabili della ripolarizzazione ventricolare. La forma acquisita, più comune, si associa a varie condizioni metaboliche, cardiopatie e farmaci (antiaritmici, fenotiazine, antidepressivi triciclici, antistaminici, antibiotici, antimicotici, antianginosi) che causano malfunzionamento dei canali ionici.

Sindrome di Brugada

Descritta nel 1992 dai fratelli Brugada (ma già identificata cinque anni prima da cardiologi italiani), si associa a un rischio aumentato di morte cardiaca improvvisa in assenza di cardiopatia. E’ una patologia genetica che colpisce i canali ionici del sodio posti sulla superficie delle cellule cardiache, causandone il malfunzionamento e creando squilibri nell’attività elettrica, con aumentato rischio di aritmie potenzialmente fatali.

L’elettrocardiogramma è l'esame indicato per la diagnosi. Quindi, in presenza di sintomi suggestivi quali fibrillazione ventricolare, tachicardia ventricolare polimorfa, storia familiare di morte improvvisa sotto i 45 anni, ECG con onda J e sopraslivellamento convesso di ST in membri della famiglia, sincopi ripetute e respiro agonico notturno, è bene eseguire un ECG secondo Holter delle 24 ore. Il pattern ritenuto diagnostico è il tipo 1, con sopraslivellamento
dell’ST “a tenda” che scende in linea retta oltrepassando l’isoelettrica e continuando con un’onda T negativa. Esistono anche i pattern di tipo 2, con sopraslivellamento dell’ST a concavità superiore a 1 mm, e di tipo 3 con sopraslivellamento inferiore a 1 mm e cosiddetto aspetto “a sella”. Un singolo paziente può presentare in diversi momenti diversi aspetti elettrocardiografici, di cui il tipo 1 è ritenuto diagnostico.

Le presincopi di Francesco

Francesco Oriani ha 39 anni e da 5 lavora in un’azienda come operaio magazziniere. Fumatore, sovrappeso (indice di massa corporea 38 kg/m2) e iperteso, è in terapia con ACE inibitori. In passato ha avuto un abuso
di alcolici e cocaina, tanto da essere stato in cura al SerT per 8 anni con metadone (40 mg).
“Buongiorno, dottore, sono qui per la visita di idoneità lavorativa, ho fatto il corso per l’abilitazione al muletto ma occorre anche il suo benestare” esordisce l’uomo sedendosi davanti a Emilio Tagliaferro, medico del lavoro.
“Qui si parla di ripetuti episodi presincopali con accesso al Pronto soccorso, sempre in codice verde” dice il medico tra sé e sé guardando distrattamente il paziente che a sua volta lo fissa perplesso. “Mi scusi, stavo pensando ad alta voce” continua Tagliaferro “Presincope significa sentirsi svenire ma senza perdere coscienza. Ci si sente deboli e instabili, ma si ha il tempo di mettersi a sedere o sdraiati senza cadere di colpo facendosi male come capita nella sincope vera e propria. È andata sempre così?” L’uomo risponde: “Sì, dottore, è proprio quello che mi è successo alcuni mesi fa..."

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Un nuovo modo di formarsi in medicina del lavoro

Dopo il successo del programma di formazione a distanza MeLA per i medici del lavoro, si è deciso di rendere la formazione più rapida e immediata con il programma MeLa Flash.

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    Medicina del lavoro: l’ecg nello studio delle dispnee

    Titolo: Medicina del lavoro: l'ecg nello studio delle dispnee (codice ECM 310061)
    Destinatari:
    medici, infermieri, tecnici della prevenzione nell'ambiente e nei luoghi di lavoro
    Scadenza:
    24-11-2022
    Crediti:
    2
    Costo:
    20 €
    Programma:
    MeLa Flash
    Valutazione dei partecipanti (59 valutazioni):
    8/10 rilevanza
    9/10 qualità
    8/10 efficacia

    Perché seguire questo corso FAD ECM sull'uso dell'ecg nelle dispnee

    L'elettrocardiogramma può aiutare nell'indirizzare alla diagnosi in caso di dispnea del lavoratore. In medicina del lavoro l'ECG è un’indagine utile per monitorare la salute e la sicurezza dei lavoratori sul luogo di lavoro, specie, per esempio, se impiegati in mansioni che comportino sforzi fisici intensi, guida di veicoli aziendali, lavori che si svolgano in altezza dal suolo, turnazione notturna eccetera.
    Questo corso in medicina del lavoro fornisce gli elementi di base e analizza tre casi clinici nei quali l'ECG risulta di fondamentale importanza. Di seguito una sintetica presentazione dei contenuti presentati nel corso e una anteprima del caso.

    Fibrillazione atriale

    La fibrillazione atriale è un’aritmia cardiaca caratterizzata da un tracciato elettrocardiografico con intervalli RR irregolari e senza chiare e distinte onde P. Si stima che circa 33 milioni di persone nel mondo siano affette da fibrillazione atriale, con un’incidenza in aumento.
    I più importanti fattori di rischio potenzialmente modificabili per lo sviluppo di fibrillazione atriale sono i seguenti:

    • ipertensione arteriosa
    • cardiopatia ischemica
    • patologie valvolari
    • scompenso cardiaco
    • diabete mellito
    • obesità
    • apnee del sonno
    • ipertiroidismo
    • abuso di alcol
    • farmaci e tossici
    • attività fisica strenua
    • chirurgia cardiaca.

    Pericarditi

    Le pericarditi acute sono definite dalle linee guida dell’European Society of Cardiology (ESC) come patologie infiammatorie a carico del pericardio con o senza versamento pericardico, caratterizzate dalla presenza di due tra i seguenti criteri: dolore toracico, alterazioni ECG di nuovo riscontro, versamento pericardico, sfregamenti pericardici.

    Per porre diagnosi di pericardite acuta, secondo le linee guida ESC, devono verificarsi almeno due dei seguenti criteri:
    1. Dolore toracico acuto tipicamente trafittivo, di tipo pleuritico (85-90% dei casi) che diminuisce in posizione seduta col tronco flesso, peggiora in posizione supina e può essere aggravato dall’inspirazione profonda o dalla tosse
    2. Sfregamenti pericardici raschianti o graffianti all’auscultazione meglio udibili a fine espirazione e a paziente seduto inclinato in avanti. Sono reperti incostanti che possono scomparire in poche ore. Si distinguono dagli sfregamenti pleurici in quanto persistono anche in apnea
    3. Alterazioni dell’ECG di nuovo riscontro (60% dei casi) dovute alla flogosi subepicardica.
    4. Versamento pericardico generalmente moderato (60% dei casi) riscontrabile in ecocardiografia ma anche dall’ingrandimento “a fiasco” della silhouette cardiaca all’RX torace

    Tromboembolia venosa

    La tromboembolia venosa, che include la trombosi venosa profonda e l’embolia polmonare, è il terzo disturbo cardiovascolare più comune e colpisce fino al 5% della popolazione nel corso della vita.
    Una delle cause più frequenti di embolia polmonare, in oltre il 90% dei casi, è l’embolizzazione di una trombosi venosa profonda degli arti inferiori nelle arterie polmonari.
    Esistono diversi fattori predisponenti, tra i quali:

    • l’immobilità per lunghi periodi, come accade nei lunghi viaggi aerei o negli allettamenti prolungati;
    • la presenza di patologie tumorali o cardiache e di alcune malattie infettive;
    • i pregressi interventi chirurgici;
    • l’obesità, il fumo, l’età avanzata e la gravidanza.

    Il fiato e il dolore non lasciano dubbi

    “Avanti, è aperto!” esclama Emilio Tagliaferro, medico del lavoro, sentendo bussare alla porta dopo un susseguirsi di telefonate più o meno concitate.
    “E’ permesso dottore?” dice timidamente un giovanotto magrolino affacciandosi alla porta.
    “Venga pure, l’aspettavo” risponde il dottore, sorridendo e invitando il paziente ad accomodarsi mentre cancella il nome dall’agenda. Si tratta di Giuseppe De Vita, 29 anni, tornitore in un’azienda metalmeccanica.
    “Buongiorno, e così ci rivediamo dottore! Questa volta, però, non posso dirle che sia andato tutto bene l’anno trascorso… come vede non è in realtà passato un anno preciso… sono rimasto a casa per più di 60 giorni, e per questo motivo la visita medica è stata anticipata” riprende il ragazzo, piuttosto esitante.
    Compilando la scheda clinica il medico competente apprende che il paziente una notte si è svegliato con un improvviso dolore in mezzo al petto e mancanza di fiato. “Il tutto è migliorato dopo che ho preso una pastiglia di un  antidolorifico che avevo in casa, ibuprofene mi pare si chiamasse..."

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    Un nuovo modo di formarsi in medicina del lavoro

    Dopo il successo del programma di formazione a distanza MeLA per i medici del lavoro, si è deciso di rendere la formazione più rapida e immediata con il programma MeLa Flash.

    corsi FAD sono circa una decina all'anno, più sintetici (due crediti ECM a corso), in modo da consentire una formazione flessibile che non imponga di affrontare corsi troppo impegnativi in termini di tempo o dai contenuti difformi tra loro.

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