Titolo: Dermatite occupazionale negli operatori sanitari (codice ECM 378169)
Destinatari: tutti gli operatori sanitari
Scadenza: 31-12-2023
Crediti: 2
Costo: 20 €
Programma: MeLa Flash
Valutazione dei partecipanti (158 valutazioni):
rilevanza
qualità
efficacia
Perché un corso sulla dermatite degli operatori sanitari
Tra i lavoratori, gli operatori sanitari sono quelli più a rischio di dermatite. Questo breve corso è raccomandato a tutti gli operatori sanitari perché offre informazioni chiare e sintetiche sui fattori di rischio e sulla gestione della dermatite occupazionale. Il corso si inserisce in un momento storico particolare in quanto con la recente pandemia ha portato a un maggiore utilizzo dei guanti per periodi prolungati e al frequente lavaggio delle mani. Questi comportamenti, sebbene virtuosi, possono favorire un aumento del rischio della dermatite.
Dermatite e lavoro: incidenza e prevalenza
Tra le malattie cutanee professionali la dermatite da contatto è la più frequente (70-95% dei casi nei paesi occidentali).
L’incidenza stimata utilizzando i registri delle malattie professionali è di 0,6-6,7 casi per 10.000 anni-persona ma sale a 15,9-780 casi per 10.000 anni-persona se si utilizzando i dati ricavabili dagli studi di
coorte. Questo notevole divario deriva dal fatto che i registri includono solo i casi di gravità clinica significativa oggetto di valutazione con test epicutaneo (patch test).
Le stime di prevalenza indicano 11-86 casi per 100.000 lavoratori, ma è verosimile una sotto notifica.
Secondo i dati italiani pubblicati nel 2021 dall’Istituto Nazionale Assicurazione Infortuni sul Lavoro (INAIL) la dermatite da contatto pesa per l’82% delle malattie cutanee professionali (88% se si considerano solo i lavoratori più giovani, fino ai 35 anni d’età).
Il gruppo di studio NEICDG (North-East Italy Contact Dermatitis Group) ha raccolto a partire dal 1996 in 8 centri di Dermatologia o di Medicina del lavoro i dati (questionario individuale, familiare, occupazionale e patch test) relativi a 30.000 lavoratori sopra i 15 anni d’età, che hanno permesso di stabilire che nel 10% dei casi la dermatite da contatto è di origine professionale e in genere classificabile come forma atopica.
La dermatite da contatto ha in genere una prognosi non buona, data la tendenza a persistere o recidivare nonostante i trattamenti (30-80% dei casi). È causa di perdita del lavoro in una quota significativa di
lavoratori affetti (30-70%) e tende a persistere nel tempo.
Prevenzione della dermatite da contatto
Per la prevenzione della dermatite da contatto irritativa delle mani, gli idratanti usati da soli o in combinazione con creme barriera possono avere un effetto protettivo clinicamente importante, sia a lungo sia
a breve termine. Non sembra invece clinicamente rilevante l’effetto protettivo delle creme barriera solari.
Inoltre le creme da applicare prima del turno di lavoro non sono raccomandate per i lavoratori che indossano guanti in lattice, dal momento che possono favorire l’assorbimento di allergeni dai guanti stessi
L’eccesso di zelo di Patty
Patty, una operatrice sociosanitaria poco più che trentenne, a fine turno si dirige verso il cucinino del reparto di Medicina in cui lavora da quasi un anno per rifocillarsi con un caffè e scambiare due chiacchiere con la collega, prima di darsi consegna. Carlotta, di molti anni più grande, infermiera di grande esperienza, è già arrivata e la accoglie con un sorriso.
“Ciao Patty, cos’è quell’aria imbronciata, ti sei svegliata con la luna storta oggi?” la punzecchia scherzosa.
“Macché, magari fosse quello!” risponde l’amica “guarda come sono conciate le mie mani oggi!”.
“Accidenti, ragazza mia!” esclama Carlotta osservando la pelle arrossata e desquamata. Ti fanno male? Prudono?”
“Direi più bruciore che prurito”.
“Eh, ma devi fare qualcosa questo è un eczema bello e buono!” dice l’infermiera.
“Sì, lo so, me lo ha confermato anche la mia dottoressa, ci convivo da un bel po’ ma mentre prima andava e veniva negli ultimi mesi è fisso, così forte non mi era mai successo. Soprattutto il dolore non mi dà tregua ed è associato a un certo grado di prurito! Questa settimana ho dovuto fare più turni del solito, perché la nostra collega Camilla era in malattia e senz’altro ho esagerato con le procedure di igiene! Accidenti, ce l’aveva ben detto il dottor Rossetti, il medico del lavoro, durante il corso...”
“Sì, l’avevo seguito anch’io, mi ricordo che aveva parlato di uno studio in cui erano stati presi in considerazione vari fattori, come per esempio quante volte al giorno ci si lava le mani, se si usa acqua calda o fredda, che disinfettanti si usano per le mani, se con alcol o senza”.
“Sì, proprio così, tanto che io ho cercato di stare un po’ più attenta, ma nonostante ciò forse ho un po’ esagerato, visto che con la COVID di questi tempi non si sa mai, volevo sentirmi più protetta”.
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