La tubercolosi sul luogo di lavoro: sorveglianza e prevenzione

tubercolosi

Titolo: La tubercolosi sul luogo di lavoro: sorveglianza e  prevenzione (codice ECM 351617)
Destinatari:
medici, infermieri, tecnici della prevenzione nell'ambiente e nei luoghi di lavoro
Scadenza:
31-12-2022
Crediti:
2
Costo:
20 €
Programma:
MeLa Flash
Valutazione dei partecipanti (94 valutazioni):
8/10 rilevanza
9/10 qualità
8/10 efficacia

Perché seguire questo corso FAD ECM sulla tubercolosi

Il sempre più frequente arrivo di stranieri e le condizioni di salute spesso disagiate per le classi sociali inferiori stanno portando a un rialzo dei casi di tubercolosi in Italia. Uno dei filtri più importanti per identificare le forme latenti ed evitare che diventino attive è la medicina del lavoro, con le visite pre assunzione e i controlli periodici in caso di lunghe terapie da affrontare. E' indispensabile per il medico competente sapere identificare e gestire i casi.

Quanto è diffusa la tubercolosi?

La tubercolosi è una patologia infettiva causata da Mycobacterium tuberculosis ancora molto diffusa nel mondo, tanto da rientrare tra le prime dieci cause di morte a livello mondiale. Circa un quarto della popolazione mondiale risulta infetta dal bacillo di Koch, ma soltanto il 5-10% di essa svilupperà nel corso della propria vita una forma attiva. C’è quindi un ampio serbatoio umano per cui l’identificazione e l’appropriato trattamento, anche delle forme latenti, hanno come obiettivo l’eliminazione di M. tuberculosis almeno nei paesi a bassa incidenza (<10 casi per 100.000 abitanti), come l’Italia.
L'esposizione al rischio di tubercolosi è mutata negli anni. Attualmente è concentrato in ambienti socialmente ed economicamente svantaggiati ed emarginati. Il contesto epidemiologico di cui deve tener conto il medico in Italia è caratterizzato da una bassa incidenza nella popolazione generale, ma da una maggiore concentrazione all’interno di alcuni gruppi. Per esempio sono a rischio: gli anziani, gli immunodepressi e gli stranieri provenienti da paesi ad alta incidenza.

Quando è opportuna la profilassi?

Il trattamento profilattico per l’infezione tubercolare latente va considerato in tutti i soggetti che possono avere un aumentato rischio di progressione verso una malattia tubercolare attiva. In particolare va effettuato in soggetti con infezione da HIV, pazienti che inizino un trattamento con farmaci anti-TNF alfa, soggetti in trattamento dialitico, candidati per trapianto d’organo, soggetti affetti da silicosi, lavoratori provenienti da paesi ad alta incidenza di tubercolosi giunti in Italia da meno di 5 anni.

Inoltre, la profilassi con farmaci antitubercolari è raccomandata per tutti i lavoratori inseriti in un’indagine sui contatti a seguito di un’esposizione a un caso di tubercolosi contagiosa in ambito occupazionale. Infine va trattato chi con pregressa documentata positività al test per infezione tubercolare latente, non abbia effettuato/completato la terapia.

La reazione della giovane Paula

Oggi il dottor Grandi comincia le visite mediche dei dipendenti dell’RSA “Villa Serena”, dove è appena stata assunta la giovane Paula, 32 anni, nata in Moldavia, ma in Italia dal 2020.
“Buongiorno, si accomodi pure, partiamo da qualche domanda sul suo stato di salute, poi la visiterò. Dovrà fare anche degli esami del sangue e l’esame delle urine. Poi faremo una ‘punturina’ sul braccio, è la Mantoux, un’intradermoreazione che serve a vedere se per caso c’è un’infezione tubercolare.
“Tubercolosi?” chiede la giovane donna che appare un po’ contrariata: “Ma è proprio necessario farlo? Lo so bene che in Moldavia, da noi, è una malattia abbastanza frequente, ma ormai io sono in Italia da quasi due anni e non ho mai avuto nessun disturbo!”
“Capisco” le spiega il medico “ma il fatto che lei non abbia alcun sintomo non significa che non possa essere stata contagiata quando viveva nel suo paese dove la TBC è molto diffusa. È opportuno, quindi, fare degli approfondimenti per escludere tale eventualità. È molto importante ricercare e identificare tutti i possibili casi di tubercolosi, sia essa attiva o silente, per evitarne la diffusione. Capisce bene che è essenziale”.

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