Sindrome dell’intestino irritabile: dalla diagnosi al trattamento

Titolo: Sindrome dell'intestino irritabile: dalla diagnosi al trattamento (codice ECM 387701)
Destinatari:
medici chirurghi
Scadenza:
11-06-24
Crediti:
2
Costo:
15 €
Programma:
SmartFAD
Valutazione dei partecipanti (148 valutazioni):
8/10 rilevanza
9/10 qualità
8/10 efficacia

Perché seguire questo corso FAD ECM sulla sindrome dell'intestino irritabile?

La sindrome dell'intestino irritabile è una patologia alquanto diffusa e ancora sottostimata. La sua ampia diffusione e la sua origine funzionale comportano un approccio globale alla persona che ne soffre per suggerire modifiche di comportamento ed eventuali terapie evidence based sulla base delle raccomandazioni contenute in questo corso.

La patogenesi

La patogenesi della sindrome dell’intestino irritabile rimane tuttora sconosciuta. Storicamente, il disturbo è stato spesso considerato come puramente psicosomatico. Oggi, nonostante i fattori psicosociali mantengano un certo ruolo, diverse sono le possibili alterazioni patofisiologiche descritte in letteratura:

  • alterata secrezione e ipersensibilità viscerale
  • alterazioni motorie
  • infezioni gastrointestinali
  • infiammazione della mucosa intestinale
  • modifiche del microbiota intestinale
  • predisposizione genetica.

L’iperalgesia o ipersensibilità viscerale consiste nell’aumentata percezione del dolore alla distensione della parete intestinale, derivante da un rimodellamento delle vie neurali dell’asse intestino-cervello.
In questi casi l’ingestione di grassi può aumentare la permeabilità intestinale, peggiorandone l’ipersensibilità. In alcuni pazienti l’insorgenza dei sintomi si correla, invece, con un pregresso episodio di gastroenterite acuta.
Un’accelerazione o un rallentamento del transito intestinale può essere la causa della diarrea o della stitichezza che caratterizzano i differenti sottotipi della sindrome dell’intestino irritabile.

Quando bisogna sospettare la sindrome dell'intestino irritabile?

La sindrome dell’intestino irritabile dovrebbe essere sospettata nei pazienti che hanno un dolore addominale cronico associato a una irregolarità dell’alvo, sia in senso stitico sia in senso diarroico. Dal momento che non c’è a oggi un marcatore biologico né una caratteristica patognomonica agli esami di imaging.

Un'ipotesi da confermare

Oggi il dottor Farina è in forma smagliante: “Sto pregustando il fine settimana, finalmente una festività di venerdì! Ho deciso di andare due giorni al mare per rigenerarmi!”
“Mi pare un’ottima idea” risponde la sua segretaria, porgendogli l’agenda degli appuntamenti.
“Ha ragione, Elena” dice sorridendo e sedendosi alla scrivania “vediamo prima chi si è prenotato per oggi pomeriggio”.
Un istante dopo suona il campanello, la segretaria si sporge sulla porta dello studio: “Quando vuole cominciare, dottore, la prima paziente è arrivata”.
“La faccia pure accomodare” le risponde il medico.
“Buongiorno, dottore” esclama Lucia entrando nello studio medico.
“Aspettavo di avere vostre notizie, signora Fiore. Come sta suo marito?”
“Molto meglio, grazie. Come sa è stato un anno difficile: il nuovo lavoro e il trasloco ci hanno messo a dura prova, sia individualmente sia come coppia, ma piano piano la situazione sta rientrando. Tranne per quel mio mal di pancia, per cui sono venuta oggi ad aggiornarla”.
Lucia ha 37 anni e ha sempre goduto di buona salute fino ad alcuni mesi fa, quando ha cominciato ad accusare una vaga sintomatologia addominale, che l’ha portata a recarsi spesso dal medico.
“Si metta pure sul lettino, signora Fiore, e scopra la pancia così rivediamo questa pancia dolente…”, dice il medico.
“Con le medicine che mi ha dato in questo periodo, il fastidio si è un po’ ridotto” dice la donna. “Si sono ridotti soprattutto i ‘crampi’, ma mi piacerebbe sapere quale sia la causa di tutto ciò!” commenta Lucia durante la visita.
“La pancia è distesa perché è piena d’aria, ma non ci sono segni preoccupanti, l’addome è morbido e anche quando schiaccio non ci sono reazioni particolari” spiega il medico per tranquillizzare la paziente mentre Lucia si riveste e si rimette seduta.
“Una mia cara amica del liceo mi ha dato una mano con il trasloco e, chiacchierando, abbiamo scoperto di soffrire entrambe di questo benedetto mal di pancia e così ci siamo confrontate sul problema…”
“E?” chiede il medico per mostrare alla donna di essere in ascolto, incoraggiandola a proseguire.
“Per farla breve, lei ha girato fior fior di specialisti, da Genova a Bologna, e pare che le abbiano detto tutti che si tratta di ‘colon irritabile’. Abbiamo la stessa età e gli stessi problemi di pancia gonfia e diarrea
ricorrente. Può darsi che anch’io abbia il colon irritabile?” chiede, quasi speranzosa Lucia. “Ricordo che tempo fa anche lei aveva parlato di questa possibilità”.
“Sì, resta un’ipotesi assai plausibile” risponde il medico. L’età d’insorgenza e i sintomi ci stanno con questa diagnosi, anche perché abbiamo ormai escluso altre patologie”.
[...] Scopri come procede la storia nel corso

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